Liberami
Dio della terra e del fuoco, liberami dai giudizi e dai pregiudizi quando affermo che ogni vita vada salvata con lo stesso impegno, la stessa solerzia e lo stesso impiego di forze, senza guardare se il portafogli è pieno o vuoto, ma neanche se la pelle è bianca o nera.
Liberami dai giudizi e dai pregiudizi quando affermo che alla morte si deve pace e pietas umana, ma che la morte non santifica chi santo non è stato, che passare alla storia non sempre è pregio, che bisogna vedere chi la racconta quella storia, che la morte purifica l’anima ma non gli strascichi lasciati sulla terra.
Liberami dai giudizi e dai pregiudizi quando affermo che se viene richiesta una laurea e la conoscenza della lingua inglese per fare al meglio il lavoro da commessa o da impiegata, io quei titoli li ritengo imprescindibili per chi anela a cariche di governo. Perché non sempre vale più la pratica della grammatica. Spesso la conoscenza della grammatica ti indica la via più consona.
Liberami dai giudizi e dai pregiudizi quando affermo che se la legge è uguale per tutti davvero, se sono chiamata a rispettarla da leggi scritte e da leggi morali, pretendo che chi quelle leggi delinea sia lindo come un lenzuolo di lino steso ad asciugare al sole, non un farabutto agli occhi della gente e del fisco.
Liberami, dio della terra e del mare, dai giudizi e dai pregiudizi.
E se non mi riesce possibile farlo, allora rendimi cieca e sorda, che io non possa vedere e sentire ciò che accade nel mondo a rovescio in cui sono caduta.
Rendimi muta, toglimi le parole, che io non possa condizionare il mio vicino con vedute di parte.
Rendimi sciocca, superficiale, che io non possa capire e ragionare e disquisire, incapace di pormi dubbi, pronta a credere alle notizie del telegiornale e a sedermi alle nove di sera a guardare l’isola dei famosi o il grande fratello.
Brucia le pagine dei miei libri e rendimi analfabeta.
Buona condizione per sopravvivere felici.
Irene Renei
www.donnechepensano.it