Cento giorni
Cento giorni.
Prima di te avrei pensato subito alla guerra.
Ora, con te, ai cento giorni dalla maturità.
Non esisteva ai miei tempi questa tappa e nemmeno tre anni fa, per il diploma di tuo fratello. Il covid aveva congelato la vita e le emozioni belle.
Per una volta non sei la figlia delle seconde volte e delle esperienze già passate.
Tra cento giorni sarai diplomata.
Diventeranno ricordi la tua paura a parlare a voce alta, l’interrogazione da posto, le date che non memorizzavi mai.
Diventeranno ricordi i banchi verdi e le corse per non perdere l’autobus alle sette di mattina.
Diventeranno i tuoi ricordi più belli e ora non lo immagini nemmeno.
Ci hanno insegnato a vivere di corsa, a bruciare le tappe e cercare un traguardo.
Imparerai sulla tua pelle la voglia di riavvolgere il nastro, di tornare alla campanella dell’ultima ora, alle mille possibilità nel futuro, alle scelte ancora tutte da fare.
Imparerai che la bellezza sta nel viaggio e nelle tappe intermedie. Che i traguardi sono solo piccoli momenti di felicità e che la felicità dipende dal valore che diamo alle cose, alle minuscole cose che ci inciampano tra i piedi mentre noi guardiamo a orizzonti lontani.
La mia felicità oggi sta nel guardarti uscire di casa, la felpa lunga che se ne frega del tuo corpo da donna e tu che rincorri la vita.
Io che rimango in casa ma vivo con te, piccola farfalla dietro le tue spalle, a ricordarti se ti vorrai girare, la bellezza del sentirsi un figlio amato.
Io guardo te e tu conti alla rovescia.
Meno cento, meno novantanove, meno novantotto…
Mangiati ogni istante di questi giorni amore mio, ma sentine il gusto prima di ingoiare, perché ci tornerai con il pensiero mille e mille volte e avrà il sapore dolce del miele.
Irene Renei
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