Alberi
Il mio albero non è come avevo immaginato.
È uno schiamazzo di cuori di stoffa e palle disorientate.
Tutto giusto al posto sbagliato, tutto ancora in forse.
È la foto di casa mia, che la voglio bella ma è sempre in disordine.
È come quei libri di ricette nello sportello di cucina, con impronte unte di burro e una macchia secca di farina, quelli che consulti per toglierti un dubbio, quelli che non butterai mai via.
Ha sapore di vecchio e di nuovo, con le mani ti tieni ai ricordi e con gli occhi guardi oltre la finestra.
Come faranno gli altri a fare alberi così perfetti?
Dove la mettono la vita?
Il soldatino di legno che pesa come i pensieri e che tira giù quel ramo sempre troppo e la bambolina verde che ti da la schiena, tu la giri e lei ti da ancora la schiena, come mia figlia di fronte ai miei no.
Non è come lo avevo immaginato il mio albero, come la vita, che puoi provare a far vedere solo brillantini e fiocchi ma se guardi da vicino ha buchi spogli in cui è solo vita, in cui è solo albero.
E se ci giri attorno, nell’angolo attaccato al muro non c’è quasi niente appeso.
Ma chi ci gira attorno per andare a trovare il vuoto? Solo chi ha il coraggio di starci davvero vicino, di sfiorarci con un abbraccio, tutti gli altri dalla porta vedranno rosso e oro, tripudio di bellezza.
Ha delle luci il mio albero.
Si accendono a intermittenza, come le chiacchiere sul nostro divano.
Inondano la sala di lucciole gialle e poi bam, le nascondono facendone poesia.
Quando si accendono le luci sembra davvero bello, come casa quando i ragazzi fanno avanti e indietro a prepararsi per uscire la sera e ti buttano in faccia tutta la luce di una vita da gustare. Poi si chiudono la porta alle spalle e niente più lucciole per qualche ora.
Non è come lo avevo progettato il mio albero, neanche la mia vita lo è.
È confusione, imprevisti, baci rubati e sbadigli alle ore sbagliate, è un un foglio pasticciato di vite che bussano, si riposano ed escono.
A volte tornano quando non le aspetti, a volte ne arrivano di nuove e io lascio porte aperte e le luci accese.
Che la strada sia segnata per chi arriva quando è buio.
Che la vita non è mai come l’avresti disegnata.
Ma l’importante è continuare a tenere in mano i colori.
Irene Renei