Oggi sono andata in Marocco
Oggi sono andata in Marocco . Il viaggio è stato breve, dieci minuti da casa mia. Lì dietro la porta di quella casa si era rannicchiato, pronto a saltarci addosso, un aroma di spezie africane che sa di viaggi , di una libertà che da troppo ci manca. Quella stessa libertà che mancava a lei, padrona di casa da una settimana, che finalmente può invitare, che finalmente può cucinare, e può cucinare sapori di casa sua. Non riesco nemmeno a immaginare cosa significhi quel cous cous per lei oggi, in una casa finalmente sua, coi suoi bambini, con il suo lavoro che l’aspetta domani . E ci sediamo a tavola ,intorno a un piatto enorme di terracotta che profuma di terre lontane. Un cucchiaio a testa .Io aspetto il piatto. Ride lei, ” Non si usa il piatto. Si mangia da questo, ognuno prende ciò che vuole, verdure ,carne, si mescola e si mangia.” E tu pensi quanto altruismo ci voglia a mangiare dallo stesso piatto, a far attenzione a lasciare agli altri parti uguali alle tue, di carne, di zucca, di quelle patate che non sono patate e sanno di cavolfiore ma in italia non coltiviamo. Ed è bello condividere una parte di lei che non avevo ancora visto, in questa marocchina che dell’Italia ha conosciuto il bello e il brutto, un matrimonio che l’ha distrutta e una rete di sostegno che, pur con tanti limiti ,l’ ha aiutata. Dopo aver condiviso documenti e telefonate e lacrime, oggi mangiamo dallo stesso piatto ,sedute sulla stessa sedia metà per uno ,perché la casa nuova ha le sedie contate e non ci avevamo pensato. E come una ciliegina sulla torta , mi dice che da loro non è proprio così che si mangia il cous cous .Si mangia con le mani, si prende un pezzettino di tutto e si mischia insieme, facendo una piccola polpetta .”Come ? Fammi vedere!” E lei mette la mano nel piatto e con due movimenti forma una palla e con un movimento che permette di tenere la mano lontana dalla bocca la infila tra le labbra e mangia. Butto il cucchiaio sulla tavola.Lo butta via anche mio marito.Vogliamo mangiare anche noi così!Ma dal suo ” tutorial ” sembrava facile e facile non è: semino cous cous ovunque, su di me ,sulla tovaglia, le mani impiastricciate mi danno fastidio ,ma la polpetta mi viene. La lancio col pollice in bocca e incredibile, tutto un altro gusto !Mangiamo e ridiamo. Oggi gli stranieri siamo noi, quelli che non sanno fare, che si devono adeguare. Oggi noi impariamo e lei insegna. Oggi noi viaggiamo, a dieci minuti da casa ,in tradizioni e sapori lontani. Oggi riequilibriamo i ruoli.Due donne amiche, un marito, dei bimbi, tutti insieme ,tutti con qualcosa da insegnare e qualcosa di nuovo da scoprire. Non so che nome dare a tutto questo. Forse solo fortuna. Di essere al posto giusto con le persone giuste.Irene Renei