Pensieri stesi
Stendo panni e pensieri in una geometria che non so spiegare.
Ogni capo ha il suo posto vicino a un altro.
Appaio i jeans di mio figlio a quelli di mio marito, sono quasi uguali ormai, ma riconosco l’abbraccio nei fianchi, uno ancora legno fresco che cresce, uno quercia, casa, ombra.
Le magliette di Marta a sinistra, piccole come i vestiti estivi dei sui tre anni.
Mi danno ancora illusioni di bambina, lì, una in fila dietro l’altra.
Mollette bianche di gigli nei campi.
Riempio un buco con una pashmina, una molletta sola, tanto è leggera.
E penso a mia nonna che cantava sottovoce, una molletta in bocca e l’altra nella mano a stendere lenzuoli di lino bianco, quelli ricamati del suo corredo.
Quelli che sono passati a mia madre e poi a me, ma rimangono lì nell’armadio perché vanno stirati bene, i bordi, il pizzo.
È più facile mettere quelli con gli angoli, che passano dalla corda al letto in cinque minuti.
E stendo e guardo il mare.
Ondeggiano barche e pensieri.
Tengo chiuse nell’armadio lenzuola preziose.
In un mondo dove ci tolgono piccole difficoltà per nasconderne di più gravi e indicibili, chiudo la storia nell’armadio.
La storia di una nonna maestra che lavorava tutto il giorno in negozio, che cresceva figli, stendeva la pasta, andava in bicicletta sotto le bombe per raggiungere i suoi bambini e stirava lenzuola di lino per farmi il letto ” come a una regina! “
Io lascio i pensieri stesi e le calze che non si appaiano mai e cerco mia nonna nell’aria.
Ogni donna ha le sue corse in bicicletta, nonna, le sue guerre sotto bombe che ora nessuno vede.
Devi capire, devi capirmi.
Ci rubano il tempo, ci rubano il respiro.
I ravioli io li compro fatti e il venerdì è la sera della pizza
Il mondo è cambiato, noi donne siamo cambiate.
O forse siamo sempre uguali, chissà, ma adesso urliamo più forte e vogliamo amarci un pò di più.
Sono cambiate troppe cose nonna mia, quasi tutto quel mondo che assaggiavi tu.
Dammi un bel terno dai, da lassù, che magari se vinco porto i lenzuoli a stirare.
Il gioco del lotto invece c’è sempre, uguale a sempre.
Anzi, ora ci sono due estrazioni a settimana.
E ti vedo qui ora, nel 2022, davanti al televisore con il quaderno a quadretti e la penna in mano.
” Zitta amore che danno i numeri!”
” Ma nonna, hai giocato ancora!”
” Ma no figurati. È solo per vedere se avrei vinto.”
Irene Renei
Meravigliosa riflessione. I tuoi sono i pensieri e le sensazioni di noi, mamme e ormai nonne, che hanno vissuto in un’epoca in cui il tempo aveva ritmi pacati, dilatati, e che dava modo di gustare immagini, colori, profumi che ancora ci portiamo dentro. Noi siamo state fortunate. Del ritmo imposto da questa epoca ci restano flash di vita, corse frenetiche, tempo che non basta mai, tempo che non permette di assaporare. Però, custodiamo gelosamente ricordi ed emozioni di un tempo che fu.