In superficie
Il telegiornale che parla di un’ Europa sempre più vicina al conflitto.
Io che porto i piatti in tavola e penso: “Ma no, non è possibile nel 2022.”
E mi blocco.
Avevo fatto lo stesso pensiero due anni fa, quando i telegiornali parlavano di Wuhan.
Non sottovalutare Irene, mi dice una voce che parte dall’alto, dal cervello forse, non so bene.
Ma sì che sottovaluto, ho troppe cose belle in mente!
Facciamo così, oggi faccio io l’adolescente, quella che non da’ peso a niente, che mette la musica invece che il telegiornale.
Facciamo che vado a prendere i bambini a scuola e compriamo il gelato che ormai è primavera e i ciliegi fioriscono.
Facciamo che passo tra i banchi del mercato e compro una borsa color cammello che sta cosi’ bene coi pantaloni bianchi!
E una pashmina colorata, che ne ho mille nell’armadio ma quella giusta mai.
Facciamo che mi fermo al vivaio e compro una piantina di salvia, una di rosmarino, una di basilico, che quest’anno faccio io il pesto, nel mortaio di marmo della nonna.
Facciamo che faccio finta di niente, che mi affaccio alla finestra e guardo e il mare.
Com’è bello oggi il mare, che risponde verde e piombo alle nuvole grigie.
E mentre lo guardo mi passo una mano sulla pancia, la controllo, forse è un pò troppa, due chiletti magari li butto giù.
Domani mattina vado a camminare nel bosco dietro casa.
Presto prestissimo, prima di portare i bimbi a scuola, quando loro dormono ancora e gli uccellini iniziano a svegliarsi,
quando nasce il sole e innonda la baia di cascate d’oro.
Facciamo che penso leggero, che nuoto in superficie tra problemi di poca importanza.
E a metà mattinata, quando ognuno è al suo posto, torno a casa e scrivo.
Scrivo il mondo che voglio, ci tolgo pure il condizionale, che “vorrei” non basta più.
Scrivo un mondo fatto di cose belle, in cui i bambini piangono solo per fare i capricci e dove le mamme asciugano lacrime leggere col sorriso.
Scrivo un mondo dove lasciamo le chiavi sulla porta di casa perché non esistono ladri né cose preziose da tenersi strette.
Scrivo di mani che si stringono per aiutare senza aspettarsi niente in cambio.
Un mondo dove ognuno mette il colore che vuole, sui muri e sulla pelle.
Dove esistono solo prati pieni di fiori e di libri.
I fiori si possono solo guardare, i libri invece raccogliere.
Dove ci sono bancarelle di frutta senza prezzi, che tu passi e assaggi quello che vuoi.
Dove non esistono i soldi, gli interessi, i confini, le armi.
Ecco, a un mondo così voglio pensare.
E se non esiste, lascio fuori la realtà e me lo scrivo io.
Non mi disturbate.
Irene Renei