Le donne della guerra
Gli uomini a combattere e sulle donne il peso del mondo.
Donne che arrivano per mano ai loro bambini, donne che i loro bambini li hanno ancora legati al cordone ombelicale e camminano per due ad ogni passo.
Donne che non possono pensare alla paura, al freddo, alla fame, perché devono essere cibo e calore per la fiducia dei propri figli.
Donne che mettono nello zaino il biberon e la bambola col vestitino viola per far addormentare la bimba, che portano la propria casa in una borsa, che sanno cosa sia l’essenziale.
Donne che diventano case mobili, tutto quello che serve a chi è figlio di un paese in guerra.
Donne che non guardano i documenti per tendere la mano, guardano negli occhi e aiutano altre donne, altre figlie.
Aprono corridoi umanitari per restituire i corpi dei nemici alle madri.
Perché essere madri fa la differenza.
Dare la vita ti concede occhi per capire che toglierla è un diritto che nessuno ci ha dato.
Donne che salvano ciò che l’uomo distrugge.
Sono sempre state così le donne.
Fuori dai libri di storia a scrivere la storia sui sassi, sulle strade, in bicicletta tra le bombe per procurare il pane ai figli.
Sono sempre state in campo a portare avanti la vita.
In mezzo a tanti finti eroi camminano le donne della guerra, di tutte le guerre.
In silenzio.
Per non spaventare i figli.
Irene Renei