Squid Game
La generazione di Giorgie si indigna per Squid game.
E dire che l’ultimo almeno è vietato ai minori di quattordici, il primo invece era proprio per noi.
Un bel cartone animato.
Una bimba col padre galeotto, odiata dalla matrigna, amata da quelli che considera fratelli, abusata dal più piccolo che si sdraia nudo su di lei mentre lei è più di là che di qua, dopo essere affogata, che si finge uomo finché non le scoprono le tette strappandole la camicia sulla nave in cui si era imbarcata.
Niente di sconvolgente.
Del resto Lady Oscar ci aveva già formato.
Un amore poco chiaro per Maria Antonietta e un bello schiaffone di André che prova a violentarla lasciandola nuda a piangere sul letto.
Un bel calderone di cattivi sentimenti che mi piaceva più del panino burro e marmellata che mi gustavo seduta per terra decisamente troppo vicina alla televisione.
Eppure sono sopravvissuta.
Non sono andata dallo psicologo,
Non sono diventata sociopatica,
Non ho mai pensato che un uomo potesse picchiarmi,
Non ho mai pensato fosse normale usare violenza.
Forse perché non vivevo in una grotta, io e la televisione, forse perché avevo due genitori che erano esempio molto prima della televisione, della scuola, molto prima di tutto.
Forse perché a tavola si parlava, si ascoltava, si cresceva insieme.
Forse perché mamma e papà non hanno mai delegato la mia crescita ad altri.
Forse perché quando mio padre entrando il sala mi ha trovato a baciare un mobile non si è catapultato dalla neuropsichiatra a chiedere aiuto ma si è fatto una grassa risata chiedendomi ” Chi stavi baciando?”
” John Taylor dei Duran Duran”
” Ok” e se ne è uscito per lasciarci soli.
Forse perché dobbiamo smetterla di fare un dramma per ogni cosa e iniziare a capire il peso del nostro ruolo, urlare meno sui social e parlare di più in casa, tenere in basso i libri e in alto il telecomando.
Che non c’è bisogno che intervenga il garante per non far vedere Netflix a mio figlio.
Per quello basto io, un codice per vietare l’accesso e una bella spiegazione.
Perché nel contratto firmato alla loro nascita c’era una piccola clausola scritta in calce.
E l’abbiamo firmata tutti.
È tua la responsabilità.
Irene Renei
Vorrei precisare una cosa: in Lady Oscar la sberla la tira Oscar ad André e anche bella grossa, salvo poi ritrovarsi baciata e con la camicia strappata, in quello che diventa un quasi stupro o sesso selvaggio in alcune fanfiction di noi fan assatanate. Comunque, assurda la polemica su Squid Game.