Istanti
Solo per me è iniziato il giorno.
Mi muovo nel silenzio che il pavimento di legno mi consente e come tutte le mattine non resisto.
Mi avvicino alla porta di lei, abbasso piano la maniglia e apro.
Lei e i suoi sedici anni dormono.
Il joystick della play come compagno di cuscino.
Con la pancia rivolta all’insù e le mani chiuse a pugno come cornice del viso mi restituisce la mia bambina di due anni, quieta solo nel sonno.
Piccola cresciuta senza il mio permesso sembra che sorrida.
Mi prendo quel sorriso e lo infilo in tasca, nel caso non bastasse la nutella al risveglio, pronta a restituirlo subito.
Mi prendo la mia bambina coi codini e sbrodolina sotto braccio e me la porto via.
Lascio una carezza nell’aria a una ragazza che appena sveglia guarderà instagram e solo dopo, di sfuggita, guarderà me.
Torno indietro di un passo e chiudo la porta.
Salgo le scale che portano alla mansarda con il passo leggero di un ladro.
La gatta mi raggiunge e balza uno scalino avanti.
Apro la porta e guardo lui.
Rannicchiato col cuscino tra le braccia ne vedo il profilo e la guancia invasa dalla barba nera, tatuaggio naturale che tenta di renderlo uomo.
Vent’anni della mia fatica a costruirmi come madre,
Vent’anni di prime volte a sperimentare e inventare e ridere.
Non sono tanti vent’anni, penso.
Ieri allargavo le braccia per lasciarlo al suo primo passo in solitaria e bam, la vita mi ha dato un calcio in avanti e lo ha fatto sembrare un uomo.
Sembrare perché quella barba in realtà è morbida, così morbida da smascherare le poche rasature che ha subito.
Lui apre gli occhi
Mi guarda.
Io ignoro il suo sguardo.
Mi faccio niente per non svegliarlo e sparisco dietro la porta.
Io all’alba rubo i miei figli.
Rubo i bambini che sono stati, che credevo di amare all’impossibile e non sapevo che quell’impossibile cresce con loro, spegne candeline, medica ferite, tiene la mano sui primi quaderni e guida alla prima lettera scritta .
Non sapevo che quell’impossibile tende all’infinito.
Non sapevo che quell’impossibile diventa così ingombrante da metterti in un angolo per lasciar spazio a loro, alle loro vite sempre più piene degli altri e sempre più vuote di te.
E mi tornano alla memoria i versi di De Gregori :
Il vero amore può nascondersi,
Può confondersi,
Ma non può perdersi mai.
Sempre per sempre
Dalla stessa parte
Mi troverai.
Irene Renei
www.donnechepensano.it