La deriva
Un culo è sufficiente a far sfiorire una civiltà. Sul telefono di mio marito arriva un messaggio WhatsApp. Apre e mi dice :”Guarda”I nostri occhi si intrecciano in un’espressione incredula. Un attimo di silenzio, poi avverto una rabbia che sale dallo pancia alla gola e poi uno sgomento perché davvero sento che è una guerra persa essere donna. Nella foto una signora che tra i banchi del mercato settimanale della mia città si china per per provare una ciabatta da mare .Il vestito troppo corto sale fino a scoprire natiche e perizoma e qualche buon’ anima è pronta a scattare una foto e a dare il via alla catena di messaggi e risate.Probabilmente questi per vedere un bel culo devono rubare la vita tra gli errori di forma e di bon ton delle donne degli altri.Ed io mi arrabbio perché quella donna potrei essere io che sbadatamente mi alzo dalla sedia del bar col vestito appiccicato per il sudore o sempre io che mi chino ad allacciare la scarpa al mio piccolino, o io che appoggio la spesa sul marciapiede scaricandola dal bagagliaio dell’auto. E potrei trovarmi sui telefoni dei miei concittadini con il sedere fuori perché un cretino con il telefono pensa sia divertente?O potrebbe essere mia figlia diciassettenne in un corpo strepitoso da donna con la testa ancora ragazzina, le movenze goffe di chi ancora vede il mondo con occhi puliti? Quante volte vi è capitato di vedere signori maschi all’opera su marciapiedi o su ponteggi con i pantaloni e le mutande dieci centimetri sotto l’auspicabile, con le natiche mezze fuori. Non credo che a qualche donna sia balenato il pensiero di fermare l’immagine. Ma soprattutto, davanti a quel culo c’è una faccia, c’è una donna, moglie madre poco importa, c’è una persona con un amor proprio e una dignità. Guardati il culo se vuoi, è il tuo giorno fortunato ma passa oltre e vai con il telefono ben chiuso nella tasca.Perché questo è un piccolo grande esempio di una società che non ha più limiti, dove l’indecenza sta nel pensiero di fotografare più che nel vestito alzato, sta nella libertà di mercificare la donna sempre e comunque ad uso esclusivo del divertimento maschile. Chissa poi che divertimento. Quando bastava così poco, due dita sulla spalla “Signora, attenta al vestito ” e tutto sarebbe scivolato nella normalità di cinque secondi di imbarazzo . Io vorrei tanto averlo seduto al tavolino davanti a me il genio fotografo e tutti quelli che tra sorrisi e gomitate d’intesa hanno continuato ad inoltrare la foto. Vorrei provare a spiegargli con calma che un giorno potrebbe esserci sua figlia col culo fuori per sbaglio, e che se un padre fa girare una foto così ,domani un fidanzato può sentirsi autorizzato a far girare una foto peggiore, in un girone infernale che ha portato alcune donne a morire e troppi pochi colpevoli a pagare. Perché si inizia sempre da un gesto piccolo, da una goliardata ( oggi la mancanza di rispetto nei confronti delle donne la chiamano così) ,E allora domandatevi uomini ” Lei mi direbbe si a questa foto?”Lei vi direbbe no.No è quella parola per voi tanto difficile che spesso noi pronunciamo e a voi sembra un sì, sembra un gioco erotico che diverte solo voi sembra ma non può sembrare altro che quello che è: un no.Chiudete le telecamere e fermatevi a pensare.