Proiettili a colazione
Disturbava.
Così dice una elegante signora seduta al bar di Voghera.
“Aveva disturbato anche me.”
Che poi il metro con cui misuriamo il disturbo è molto soggettivo.
Fatto è che disturbava tanto da meritare una morte con i contorni di un esecuzione.
E strano, proprio un caso, che il colpo sia partito dalla pistola di un assessore leghista che fa colazione a cappuccino, brioches e colpo in canna.
Perché se il suo capo non riesce a fermare i barconi in mezzo al mare, ci pensano i suoi sceriffi quando toccano terra.
Ora l’assessore impulsivo o con poco equilbrio sulle gambe, visto che sostiene di essere inciampato, invoca la legittima difesa, avvilito dal salotto di casa sua.
Noi invece leggiamo di un marocchino senza permesso di soggiorno, con precedenti penali, parole scivolose che sibilano nelle orecchie una sorta di velata giustificazione.
Io invece vedo un uomo, con un nome e un cognome, che probabilmente avrebbe dovuto essere già nelle mani della giustizia questo sì e che invece è stato giustiziato secondo il processo e le regole personali di un assessore alla sicurezza.
Voleva essere proprio sicuro.
Che non desse più fastidio.
Vedo un uomo colpito al cuore e il capo di un partito che invece che fare un passo indietro verso una pozza dignitosa di silenzio cerca appigli per giustificare l’odio e l’irragionevolezza che ha spinto la mano del suo uomo, ben sapendo che a quell ‘odio ha dato da mangiare lui, primo ,secondo e dessert .
Irene Renei