Basta!
Io non so più cosa pensare e forse non so più chi sono.
Le notizie del telegionale si susseguono durante la cena .
Il nuovo decreto in firma prevede zona arancione o rossa fino a maggio.
Nessuna zona gialla.
Continua la DAD ad oltranza per le superiori.
Non oso più dire niente.
Appoggio il gomito sulla tavola e mi sorreggo la fronte con la mano.
Non mi piace quello che penso.
Non mi piace essere arrabbiata.
Ascolto :una sola visita al giorno a parenti.
Mi sento addosso la rabbia di quando ero adolescente.
E mi vergogno perché vorrei non ubbidire più a niente.
Penso a mia figlia, discalcula e con forte ansia da prestazione che si rifiuta di fare le equazioni di secondo grado perché sono mesi che arranca e si è arresa.
Non riesce a parlare davanti al pc e fa scena muta.
Penso al mio grande con la vita bloccata dopo il diploma dell’anno scorso.
Ma penso anche a me stavolta, che non ce la faccio più, che ogni volta che devo andare a Spezia mi sento un bandito.
Perché per legge posso spostarmi 30 km ma non posso andare nel capoluogo di provincia.
E beh, dove vado ? Alla mia destra la terra finisce posso solo nuotare e se voglio muovermi per altre frazioni del golfo, da Spezia devo passare.
E se voglio un supermercato, se voglio un paio di scarpe, se mi nasce qualsiasi esigenza devo andar lì, perché il mio paese è molto piccolo e nonostante gli sforzi fatti da tutti i commercianti per dare un buon servizio non sono ancora in grado di fare miracoli.
E fioccano multe, una anche stasera, ad un amico di mio figlio che si sbatte come un matto per arrivare allo stipendio a fine mese e che si era recato in un negozio di esche per poter pescare domani qui in paese, dove un bel pesce sono venti euro in più.
Quattrocento euro e una bella sigla sul verbale.
E io non ce la faccio più, non sono più una buona consigliera, non sono una buona mediatrice coi miei figli, non so più dove sia il limite del lecito e non lecito.
Penso ai titolari dei bar, ai tanti amici ristoratori che non vedono la fine dei divieti ma sempre più vicina la fine della propria attività.
Penso a tutte le palestre della mia città, che nei pomeriggi erano un via vai di ragazzi ,di donne della mia età, di persone anziane e che hanno le saracinesche giù da mesi.
E poi sento ,sempre al telegiornale, che anche passata la pandemia lo smartworking rimarrà probabilmente la forma di lavoro più richiesta perché ritenuta ottimale.
Non ho capito bene per chi e
non so più quale sia il male minore.
È questo? Continuare così come da un anno facciamo?
Stare in sospeso col massimo rispetto per le istituzioni ?
E le istituzioni hanno usato il massimo rispetto nel risolvere il problema ai propri cittadini?
O forse parlo così solo perché non mi è morto nessuno?
Forse sto diventando una brutta persona, immatura, superficiale.
Forse domani a Spezia non ci vado, perché 400 euro se mi fermano sono tante.
Me ne starò a casa e comprerò su Amazon, così ucciderò ancora un po’ il commercio della mia piccola città.
Mi metterò seduta sul terrazzo a guardare il mare.
L’unico lusso che mi è rimasto.
Finché non mi toglieranno anche questo.
Irene Renei