Nata donna
Donne madri del mondo Sono nata 20 anni fa,
In un mattino d’inverno. Ho lasciato il mio girovita 58 nel cassetto dei ricordi e l’ho scambiato per due tette enormi che sgorgavano amore, sangue e latte, innamorata e nuova di fronte a quel dono di Dio vestito di azzurro e bianco. Sono nata quattro anni dopo, sempre incredula come una bambina ,stringendo tre chili di vita che promettevano codini e trecce e vestiti delle bambole. Sono nata ancora, diversa, quando ho conosciuto l’uomo della mia vita, anni dopo, quando ho dovuto insegnargli le carezze, le lacrime, gli abbracci mancati Sono nata di nuovo entrando in una casa famiglia, scoprendo che l’amore dei bambini vince sul dolore della vita. Li porto in grembo uno ad uno, con un amore viscerale ,li partorisco nel dolore del distacco quando li devo lasciar andare ,felice per la vita migliore che li attende, incapace di tagliare in un gesto solo il cordone ombelicale. Sono nata nuova ogni volta che gli amici dei miei figli mi hanno chiamato “Mamma” per dirmi grazie dell’accoglienza ,dell’ascolto, dei baci sulla fronte da cui non possono salvarsi. Sono nata ancora quando ho preso in braccio una manciata di peli neri e marroni con due occhi profondi e languidi. Io e lui sdraiati stretti sul divano per far passare tremiti e guaiti. Io che mi sono arresa e l’ho portato nel lettone, che libero da poco di piedini scalcianti si è riempito di zampette e di peli. Nasce una madre in ogni forma d’amore per l’altro, che non c’entra col sangue, con ovuli e placenta, col genere, col raziocinio. Nasce una madre nella dedizione, nel prendersi cura, in un pigiama messo sul calorifero in una sera d’inverno, in un dolce fatto la mattina alle cinque e messo sul tavolo per la colazione.Nasce una madre tra le corse al lavoro e i panni stesi di fretta, le mollette che cadono, i calzini spaiati.Nasce una madre davanti ad una scrivania, sommersa da fogli e sensi di colpa per un bimbo a casa con la febbre.Nasce una madre ,tra bastoncini findus e lasagne fatte in casa.Nasce una madre tra la spia rossa della benzina che ti guarda e tu che devi correre in tempo davanti alla scuola ,sperando e pregando di non fermarti una curva prima.Nasco figlia di una donna di acciaio e pasta di zucchero, spalle grosse e parole taglienti.,amante del gusto ,dei libri, dei viaggi.Nasco da una donna severa e piena di abbracci di baci, di regole e occhi chiusi per non dovermi sgridare.Nasciamo figlie e diventiamo madri in una sorta di intruglio magico fatto di ingredienti diversi, ognuno a suo modo, con la sua valigia, madri di un mondo che ci mette spesso per seconde ,per terze per ultime.Nasciamo lupe con anime selvagge che cercano tutti di ammansire perché siamo troppo.Troppo intraprendenti, troppo organizzate, troppo esigenti , troppo imprevedibili.Nasciamo da Gea ,ci plasmiamo col sangue ,con l’acqua ,col fango.Diventiamo solide come una statua ,spesso fragili come l’argilla.Ci mettiamo armature per combattere contro:contro disparità, contro il dolore, incapaci di proteggere dalla vita i nostri grandi amori.Non vogliamo una festa programmata, un mazzo di fiori, cioccolatini.Non vogliamo un grazie ,non vogliamo pubblicità. Vorremmo giustizia sociale, parità nel lavoro.Vogliamo protezione nelle nostre case, dove togliamo troppo spesso gli specchi per non vedere lividi e realtà. Vogliamo uscire serene dal turno di notte ,senza guardarci le spalle ,con la paura ad ogni rumore, con un occhio ai vestiti che abbiamo.Vogliamo asili condominiali , nelle aziende, negli ospedali ,come nei paesi del nord.Vogliamo colloqui di lavoro in cui non venga analizzato il nostro utero ma il nostro curriculum.Vogliamo un bacio al mattino, una mano in cucina, un bagno preparato con schiuma e sali tornando dal lavoro, in un giorno qualunque.Vogliamo traboccare d’amore ,come facciamo da sempre e vederlo tornare indietro come la risacca di un ‘onda ,che ti travolge ,che confonde il sotto col sopra ma poi ti riporta inevitabilmente a riva, con l’onda dopo, sulla sabbia bagnata, che profuma di sale, di sole, di vita.