San Valentino
Non è vero che l’amore non ha età.
Ce l’ha eccome.
Ed è un’età che aggiunge e non che toglie.
Basta solo imparare la ricetta.
A cinquant’anni l’amore è un libro, a diciott’anni una poesia, un insieme rosa di parole in rima. Il libro richiede tempo, pazienza, attenzione.
A cinquant’anni l’amore è una soffitta riempita insieme, in cui abbiamo messo tutto: foto, vestiti, biglietti di auguri, biglietti del treno, lettere d’amore e di licenziamento, baci stampati sulla cartolina e fiori seccati per chiedere scusa.
A diciott’anni l’amore è il primo viaggio insieme, uno zaino sulle spalle con due magliette stropicciate, un ostello a dieci letti per camera e la voglia di fare l’amore in mezzo a tutti, nonostante tutti.
A cinquant’anni l’amore è il proprio materasso, il cane sul letto, la chiave che gira nella porta in piena notte, i figli che finalmente rientrano e la voglia di fare l’amore ma ci sentono, forse entrano a salutare, domani alle cinque ci dobbiamo alzare.
Ma se riusciamo a portarci dentro quei ragazzi con lo zaino in spalla, senza chiuderli in soffitta, se corriamo per arrivare a casa prima dei nostri figli per avere un’ora tutta per noi, se facciamo progetti come in quel primo viaggio in treno, l’amore mischia le età.
E si può amare ridendo come a vent’anni, baciando come a vent’anni, facendo il bagno di notte sotto la luna e cadendo stanchi nel letto senza spogliarsi.
Si può essere sposi ed amanti, genitori un momento prima e donna e uomo un momento dopo, si può essere cretini, ubriachi, si può cantare a squarciagola e poi tapparsi la bocca a vicenda che si svegliano i bambini.
E si può festeggiare San Valentino, con un fiore, con un bacio, con la cena a lume di candela o addormentandosi sul divano.
Non ha nessuna importanza.
Perché a vent’anni hai mille domani ma vivi tutto come se non ci fossero.
A cinquanta hai una soffitta piena di ieri ma sai che domani sarete ancora lì, per un altro bacio, per un’altra cena, per un’altro giorno da mettere in piedi, insieme.