A metà
Siamo la generazione del divorzio facile, quelli con le ricevute nella cartellina trasparente perché vanno divise in parti uguali, quelli dal ricorso facile, quelli con l’orologio sempre sott’occhio pronti a partire alle sei di una domenica estiva per riprendere i propri figli di ritorno dal fine settimana col padre o con la madre, quelli che hanno di nuovo tempo per un aperitivo tra amici, che fanno conti che non tornano a fine mese perché da soli la fatica è tanta, quelli che hanno giorni di casa vuota e silenziosa e in quel silenzio sentiamo risuonare tutti i nostri problemi invece che il sussurro dei nostri figli.
Ecco, se solo imparassimo a tendere l’orecchio, la loro voce direbbe così.
Siamo la generazione dei figli con i genitori divorziati, un piede in una casa e uno in un’altra, zaini sempre pronti, libri e quaderni da spostare, giochi con le catene al pavimento perché non possiamo decidere di portarli con noi:” Questo lo lasci qui, ci giochi quando torni.”
Siamo quelli che spostano i brutti sogni sul cuscino e aspettano che il sonno torni, perché nel lettone mamma è col nuovo compagno, papà con la nuova compagna e certo noi non possiamo andare. Prendiamo in mano il cellulare e facciamo le due guardando TikTok.
Siamo quelli dei fratelli a metà, nati dalle relazioni dei nostri genitori dopo il divorzio, quei fratelli che vediamo a giorni alterni, che spesso pensiamo piu fortunati di noi, piccoli nei loro pochi anni e nelle loro camerette perfette.
Siamo quelli che si mettono il cappuccio della felpa anche sul divano di casa sperando che il mondo non ci veda e non faccia domande.
Invece ci chiedono com’è andata a scuola, perché chiederci come ci sentiamo è troppo difficile da ascoltare.
Siamo quelli che vi hanno visto litigare, urlare, rinfacciarvi la vita e ora vi vediamo sereni e siamo contenti per voi, davvero felici di sapere che vi siete liberati di un peso e avete ricominciato a respirare.
Ma ogni tanto, per favore, fermatevi a pensare che in mezzo a tutto quel casino c’erano le nostre vite, che spesso eravamo troppo piccoli per capire, troppo figli per potersi schierare con chi aveva ragione.
Che poi esiste una vera ragione?
E chi se ne frega della ragione.
Ogni tanto, in mezzo a tutti i vostri sacrosanti diritti conquistati, in mezzo alle mille difficoltà che avete, ricordatevi delle nostre vite schiacciate nel mezzo.
Siamo figli di una generazione impastata in famiglie allargate di cui non sappiamo spiegare bene i legami.
A metà fra padre e madre.
A metà tra amore e amore.
Siamo ragazzi semplici, è la nostra vita che è difficile.
Ogni tanto fermatevi a pensarlo.
Irene Renei
www.donnechepensano.it