Ricominciamo
Benvenuti nel 2023.
Un altro femminicidio è servito.
Così, per non perdere il vizio, per iniziare di nuovo il conteggio, per dare continuità, che non si sa mai, si possa immaginare un mondo migliore.
Tutto ricomincia dalla mia regione, a cento chilometri da casa mia, un’ora di treno.
Una giovane donna uccisa a colpi di pistola dall’uomo che stava per lasciare.
Leggo e per un attimo passo oltre, poi torno indietro.
Cerco la rabbia, l’indignazione, provo a pescarle in fondo allo stomaco.
Il rischio è quello di assuefarsi, di abituarsi, un veleno che ci inoculano un po’ alla volta e man a mano fa sempre meno male al cuore.
Poi penso a mia figlia che sta dormendo al piano di sopra.
Si rotola tra le coperte e i sogni.
Potrebbe essere lei.
Potrà essere lei un giorno, se non proviamo a cambiare qualcosa, un qualcosa che inizio a pensare sia un tutto.
Dobbiamo cambiare tutto, ripartire da zero, educare al rispetto, crescere uomini forti nella consapevolezza di sé e non nei bicipiti, dobbiamo smetterla di delegare e prenderci le nostre responsabilità in questo scempio di vita che stiamo lasciando alle nostre figlie.
Ci sdegnamo per la repressione delle donne iraniane e ci scrolliamo dalle spalle la polvere lurida che abbiamo dentro casa, vediamo la pagliuzza e non la trave, perché la trave siamo noi, paese civile, all’avanguardia, libero, dove una donna può uscire in minigonna la notte ma se la violentano sale sul banco della giustizia come imputata, dove a una giornalista puoi toccare il culo in diretta e fare la vittima sui giornali invece che vergognarti, dove una donna, prima di lasciare un marito o un compagno deve scrivere i pro e i contro e nei contro mettere in conto che potrebbe morire.
Facile puntare il dito lontano e fare finta che tutto vada bene in quest’Italia distorta come una chiatarra elettrica che nessuno sa più suonare.
Riparte l’anno, la carneficina di donne che cercano la libertà, la comunicazione piatta degli articoli di giornale e il rischio che tutto questo dolore diventi normale.
Non permettiamo che ci tolgano anche la rabbia.
E ripartiamo da lì.
Ognuno come può
Irene Renei