Mancini
Sono mancina, un grande amore per le stilografiche che non posso usare e lotte negli uffici postali con la cordicella che lega le penne rigorosamente a destra.
Mia figlia è una mancina della scuola
dislessia e discalcula mappe per navigare dove gli altri nuotano a vista.
Mancino è il non previsto, fuori dagli schemi, è il tondo in una società quadrata.
Sono mancini i timidi, quelli che ancora ringraziano, che ti lasciano il posto in autobus, quelli che si fermano davanti alle strisce pedonali per farti attraversare.
Sono mancini quelli che porgono il piatto ai camerieri, quelli che ti chiedono come stai, sono mancini quelli che vedono uomini dove gli altri vedono immigrati, sono mancini gli omosessuali, sono mancini i disabili.
Ognuno con un libro in mano di soluzioni alternative per sopravvivere a un mondo che li ha iscritti nella lista dei diversi, del poco importa, del non li vedo.
Sono mancini i genitori di figli autistici, degli asperger, dei figli con un cromosoma in più. Sono mancini tutti i genitori dimenticati dallo Stato che devono reinventarsi per poter sopravvivere in una realtà che li ha colorati di invisibile.
Sono mancini gli onesti, quelli che pagano le tasse, quelli che non hanno mai ragione, che fanno tre volte il giro del quartiere per non parcheggiare in doppia fila.
Sono mancini quelli che chiedono il permesso per parlare, che sussurrano in un mondo che urla, che riscrivono la vita con grazia e ne sostengono il peso come rocce.
Sono mancine le donne sole, le donne maltrattate, le donne violentate, chiamate a dimostrare la propria innocenza invece che a gridare il nome del carnefice.
Sono mancini quelli che non si arrendono a questo mondo che rotola nell’abisso dell’egoismo, dei suv sempre più grossi e dei cuori sempre più piccoli.
Sono mancini quelli che stanno dalla parte diversa.
Ma diverso non è sbagliato, è solo il mondo da un’altra angolazione.
Che dalla parte sbagliata ci sta chi dà tutto per scontato, per dovuto, per normale.
Ci sta chi vede solo il proprio orto coltivato e non si accorge del vicino che muore di fame.
Ci sta chi non concede le stesse possibilità a tutti, chi pensa di vincere con la forza: della parola, dei soldi, del potere.
Sono mancini quelli che aspettano che qualcosa cambi e nel frattempo nuotano da soli per rimanere a galla, quelli che la testa in questo mare di fango non la immergeranno mai.