Perché
Perché non parli?
Mi guardi, occhi negli occhi e aspetti.
Cosa ti aspetti da me?
Tu sai, ascolti, insegui, prima papà, poi la bimba che si lancia sul letto arrivata da scuola.
Tu accudisci ognuno in modo diverso.
Distributore di baci senza bisogno di monete.
Tu che preghi, zampa alzata quando il frigo si apre, udito da campione che riconosce i rumori del cibo.
Tu che sposti col muso il guinzaglio quando tardiamo a portarti fuori.
Tu che sei felice di una palla da tennis e che ricominci a vivere quando suona la sveglia, coda impazzita e pianti di emozione perché abbiamo aperto gli occhi.
Perché non parli, tu che assisti ai litigi e alle riappacificazioni, tu che ti allontani rispettoso al primo bacio di passione tra me e papà.
Vi lascio soli ma fate presto.
Spettatore muto delle nostre vite, dei nostri malumori, delle nostre ferite che ti ostini a curare con la lingua sciamana che tutto può.
Perché non parli e non ci insegni a gioire per poco.
Per una passeggiata nel bosco, per un tuffo nell’azzurro del mare.
Perché non ci insegni a gioire nel dare amore, come fai tu, senza aspettarsi niente.
Perché non ci insegni a dimenticare con una carezza uno sgarbo, un litigio, un torto subito.
Filosofo di una vita ridotta all’osso, che non ha bisogno di nient’altro che amore.
Predicatore di riconoscenza, atleta delle attese.
Perché tu non parli, maestro di vita e noi sì.
Noi che spesso non abbiamo niente da dire, che dovremmo imparare e vogliamo insegnare, che portiamo rancore e invidia e rabbia.
Noi che non siamo mai contenti, che ci manca sempre qualcosa per sentirci appagati, noi che ci sentiamo padroni del mare e del cielo.
Noi che ci crediamo tutto e non siamo niente.
Noi che dovremmo star zitti e ascoltare nel vostro silenzio un mondo perfetto da ricreare.
Forse non è che non parli.
È che il mondo fa troppo rumore e tu aspetti, paziente, che la vita rallenti e ti ascolti.
Allora io mi faccio silenzio e allungo l’orecchio.
E tu dimmi, tu dammi, una sola ragione per amarmi anche solo la metà di quanto mi ami tu.
Irene Renei