Sangue
” Quindi, la Valle d’Aosta è?”
Prende fiato lui.
Riccioli neri in un viso olivastro nel ricordo del sole d’Agosto.
” La Valle d’Aosta è la regione più piccola del NOSTRO paese.”
Stupida che sono.
Per me l’interrogazione è finita.
Lui continua a parlare con la voce insicura di un bimbo di nove anni che ripete le sue prime conoscenze e io non sento più niente.
Mi sono innamorata a quel ” Nostro”
Perché sì amore è nostro.
Mio, tuo, di tutti quelli che lo amano e lo sentono tale.
Che ne sai tu, in fondo, delle code a Torino per rinnovare i documenti ogni due anni da quando sei nato?
Che ne sai tu della questura e delle foto in formato speciale, del lavoro a tempo indeterminato sudato da tua madre,
della preoccupazione di avere sempre dietro quel permesso di soggiorno.
Il tuo primo pianto lo hai regalato a noi, i tuoi primi passi, l’asilo, la scuola.
” Ma chi è Maometto?”mi hai chiesto quest’estate quando tra un’onda e l’altra quando ti ho detto di provare a camminare sull’acqua, che noi avevamo uno bravo, mica Maometto che non sapeva nuotare.
Ma chi sei tu, mi chiedo io, bambino a metà fra l’Italia e il Marocco.
Chi siamo noi per dirti chi devi essere.
E vorrei che tutti filtrassero il mondo dai tuoi occhi, in cui tutto è semplice e normale, in cui l’Italia è tua quanto mia.
E vorrei proteggerti da domande che ti fanno arricciare il naso per guardarmi in cerca di risposte.
” Da dove viene lui?”
Chiede guardandoti una bimba poco più grande di te.
” Da casa” rispondo spiazzandola.
E tu mi guardi stupito ma ti accontenti.
Perché da lì vieni.
Da casa mia, che è casa tua, che è il paese in cui sei nato con il profumo di un sangue rosso quanto il mio, solo speziato di terre calde e assolate.
Io non lo so se l’hai studiata bene la Valle d’Aosta ma appoggio il libro sul letto e ti stringo ai fianchi e ti bacio le guance ed il collo mentre tengo una lacrima in bilico tra dentro e fuori.
Srupida io che mi emoziono per poco.
Stupito tu che non capisci il perché.
” Ma cos’ho detto di speciale?”
” Tutto hai detto di speciale. Bravo domani sarà un dieci! “
Ridi soddisfatto.
” So anche che ci sono le marmotte e non te l’avevo ancora detto.”
E io so che c’è tanto da fare per lasciarti un paese migliore, che sia degno di te e delle tue aspettative.
Ma questa è tutta un’altra lezione
Irene Renei