Federica
Alzi la mano chi è genitore.
Alzi la mano chi ha passato notti in bianco con la mano sulla fronte del proprio figlio per sentire se il calore della febbre se ne fosse andato.
Ora abbassatela tutti quella mano.
Perché qui non parliamo di una febbre normale e non parliamo di covid.
Qui parliamo di una ragazza di ventidue anni.
Nata lo stesso anno del mio e di chissà quanti dei vostri.
Qui parliamo di una ragazza che si sta spegnendo piano piano per una malattia rara.
Una di quelle malattie che toccano così poche persone da interessare marginalmente a tutti, compreso a chi dovrebbe fornire le cure.
Parliamo della malattia di Lyme, su cui non mi soffermo perché non ho le competenze per farlo.
Rara la malattia, difficile arrivare alla diagnosi.
Tutto parte anni fa dalla puntura di una zecca.
E io tremo qui, perché è capitato anche a me, proprio all’età di questa ragazza, che si chiama Federica e abita nella mia regione, la Liguria.
Una sera mi passo la mano tra i capelli e sento qualcosa di duro che non si stacca.
Vado da mia madre e le faccio guardare la testa: una zecca bella gonfia del mio sangue che non aveva nessuna intenzione di staccarsi.
Maledetta la mia mania di strusciarmi su Teo, biondo Labrador che mi aveva stregato il cuore.
Seguono visite, antibiotici per settimane, analisi.
Io non mi sono ammalata.
Federica si.
Io sono cresciuta e diventata donna e madre.
Federica, invece che preoccuparsi di quale vestito comprare per la festa di sabato sera, vive un calvario che non le permette più di camminare, che l’ha costretta ad operarsi al cuore, provato e preso a calci dalla malattia.
Io stiro la camicia bianca per Matteo che va a cena con gli amici.
La madre di Federica stira lenzuola per farla stare fresca nel letto.
In America le cure ci sono.
In America le cure costano.
La famiglia di Federica è una famiglia normale,come lo siamo noi, come lo siamo in molti.
Servono soldi e ne servono tanti.
Generosità in cambio di una vita che possa ricominciare.
Il padre apre una raccolta fondi su www.gofundme.com
Guardo mio figlio .
Mi sento la donna più fortunata del mondo.
Guardo mio figlio e penso a quanto vorrei che le persone mi aiutassero se fossi io in quella situazione.
Guardo mio figlio e penso che davvero la vita è una tombola e non sai mai che numero uscirà.
Ecco, ora alzi la mano chi perde le monete nella borsa, chi lascia i cinque euro nella tasca dei jeans.
Alzi la mano e faccia click sulla raccolta fondi.
Che con i soldi di una brioche e un cappuccino, tutti insieme possiamo provare a salvare una vita.
Guardo mio figlio e penso: e se domani fosse lui?
Irene Renei
www.donnechepensano.it
Nb potete verificare la notizia su testate giornalistiche e su Internet.
È tutto molto chiaro.
Digitando Gofundme lyme entrate direttamente nella raccolta fondi per Federica e potete sentire il racconto direttamente dalla sua voce.
Condividiamo in tanti e doniamo