La classe
È da ieri che mi chiedo, vedendo i mille post di cordoglio per la morte di Raffaella Carra’ cosa ci fosse di cosi speciale in quella donna.
Me lo chiedo in una specie di esame di coscienza perché ho chiara la mia sensazione di bambina che non aveva grande simpatia per quel suo modo così plateale, così scenografico di presentare .Non amavo la sua pronuncia quando parlava inglese, mi imbarazzava la sua risata forte e quasi a rallentatore.
Ero piccola, troppe cose mi sfuggivano ancora.
Non potevo cogliere la serietà con cui svolgeva la sua professione, il suo modo garbato di farsi
pari con il più semplice degli ospiti.
Non potevo cogliere l’eleganza della sua trasgressione e la grande umiltà che si portava nella borsa come un fardello pesante che la teneva coi piedi per terra quando chiunque al suo posto sarebbe volato in alto.
Poi con gli anni sono arrivate le nuove soubrette, che prendevano vita dietro ai filtri patinati delle riviste e dietro poi a quelli inverosimili di instagram.
Visi in primo piano che finivano all’Isola dei famosi e tu ti domandavi : “Ma è famosa per cosa?”
Sono arrivate le maratone della domenica che con una luce sparavano bianco sulle rughe considerate una vergogna e con la pala scavavano nel peggio dell’umanità dimostrando solo che il fondo può essere sempre più giù di quello che pensi
E allora sei costretta a prendere in mano la bilancia e pesi.
E ti rendi conto di quanto peso avesse la sobrietà, la semplicità, la professionalità nel suo lavoro e l’invisibilità nella sua vita privata, l’umanità della persona e la grandezza del personaggio.
Il lato personale di una vita tolta ai riflettori per proteggere ciò che davvero conta.
La femminilità di un ombelico fuori che surclassera’ per sempre questi grandi sederi in mostra e movimento che occupano video e trasmissioni.
Ieri l’Italia è rimasta a bocca aperta perché nessuno sapeva, nessuno ha avuto notizia, nessuno immaginava che ci fosse già la scritta fine a quella vita che professionalmente e umanamente tanti passi ha segnato nella nostra televisione.
Uno stupore generale perché in questo mondo iperveloce, in cui veniamo mangiati dalle notizie una dopo l’altra senza il tempo di digerirle, in questa giostra dell’orrore di malattie sbattute sempre in prima pagina, lei ci ha lasciato in silenzio, con la stessa umiltà di una persona come tante, di quelle che incrociamo per strada e il giorno dopo non ci sono più.
È uscita da questo circo di cui ha preso e ha dato solo il meglio con il savoir faire di una gran signora.
È andata via con la dignità e la dimensione di una grande artista.
E tutta questa tristezza di fondo che tutti sentiamo è perché abbiamo ben coscienza e consapevolezza che questo mondo è uno scivolo in cui tutto va inesorabilmente in discesa e che così in alto come con lei non riusciremo a volare più.
Irene Renei
Avrei voluto saper dire io quelle parole per la Carrà.
Ho fede che Raffaella dal Cielo le abbia lette e che ti abbia regalato il suo aperto sorriso. Ancora uno!
Grazie.
Ti ringrazio tanto.
Irene