Indifferenza
E c’è silenzio su Saman,
E la sinistra e i buonisti non parlano di Saman.
E basta con questa litania.
Cosa bisogna dire?
Cosa volete che si dica?
Che l’hanno uccisa perché sono islamici?
Perché un omicidio è diverso a seconda delle motivazioni?
Un omicidio è un omicidio.
Duro, inaccettabile, indigeribile perché vede coinvolte le persone che più ti dovrebbero amare.
Cosi come è per ogni delitto compiuto in famiglia, da padri che uccidono figli ,madri che fanno altrettanto.
Perché se uno uccide perché la figlia non accetta un matrimonio combinato è più grave che se uccide per una separazione in corso?
No io non vi seguo.
Seguo un’altro aspetto però.
Chiaro, mi pare chiaro e lampante che le donne vengano lasciate sole.
Sempre.
Che non basta denunciare, non basta scappare.
Le istituzioni non ci sono mai.
Ci sono i centri antiviolenza, ci sono mille associazioni che per fortuna lavorano per noi, per proteggerci ma lo Stato?
Vi spiego come lavora il nostro stato?
Ad una donna in residenza protetta mette in mano un documento da consegnare all’avvocato del marito con l’indirizzo suo e dei bambini in chiaro.
Ad una donna che richiede ai giudici del tribunale minorile che siano ripetute due righe, ( trenta parole che si scrivono in un minuto), in cui si ribadisce il decadimento delle capacità genitoriali del padre, per poter rinnovare il passaporto marocchino viene risposto “Si certo” e quello che segue è il nulla assoluto.
Passaporti scaduti, tessera sanitaria inutilizzabile ( niente prenotazione per il vaccino!) e soprattutto un padre e marito violento che potrebbe riavvicinare i suoi figli senza problemi.
Non è accettabile il silenzio su Samar?
No, non è accettabile il silenzio di tutte le situazioni che giornalmente portano a poter agire in tranquillità esemplari malati di esseri umani.
Non è colpa di Allah, come non era colpa di Cristo se una famiglia bene della mia città ripudiava per sempre la primogenita perché innamorata di un uomo divorziato.
È colpa piuttosto di un’indifferenza abitudinaria che ci scrolliamo solo sui social per i cinque minuti in cui leggiamo un post.
Poi di nuovo calma piatta.
Finché chiusa la porta stiamo bene noi il problema rimane fuori .
E io non lo accetto.
Non lo accetto perché cresco bambini fragili la cui vita dipende da quanto la società riuscirà a proteggerli .
Non lo accetto perché ho visto un’amica sprofondare nel pensiero che la sua vita non valesse più la pena di essere vissuta a causa di un marito mostro che l’ha terrorizzata per anni portandosi dietro due bambini plagiati e manipolati senza che una delle mille denunce fatte avessero un seguito.
Io non voglio che la sinistra parli per Saman.
Io vorrei che non esistessero destra e sinistra quando in gioco ci sono vite da salvare, da curare, da proteggere.
Io vorrei che si togliesse l’obbiettivo dal velo e dal burka per puntarlo su una violenza di genere che mi fa sempre più paura, che non ha religione, che non ha educazione, che svalica ogni umano principio e che ogni giorno ci fa piangere donne e bambini con la sola colpa appiccicata addosso di essere vicini a mani assassine armate in gran parte dalla nostra indifferenza.
Irene Renei