Sei nervosa?
Chi di noi non si è sentita dire almeno una volta nella vita:”Come sei nervosa, ti devono venire?”
Io non so se sono nervosa ,ma è certo che dopo una frase così la divento, reazione che avvalora la fragile teoria dell’interlocutore, solitamente maschio.
Che forse è anche vero che possano esserci, anzi ci siano, sbalzi ormonali che rendano più fragile l’umore ma il ” ti devono venire” sposta l’asse del problema tutta su di noi. Il pensiero è “Non sono io che ho detto qualcosa di sbagliato, è lei che è reagisce così perché ha le mestruazioni (chiamiamole col loro nome).
Pacco delle responsabilità rispedito al mittente senza neanche aprirlo.
L’ultima volta che anni fa mio marito mi ha apostrofato così, ha visto il primo piatto volante della storia. Coloratissimo ha attraversato tutta la sala da pranzo per atterrare in mille pezzi vicino al tavolo. Oltre ad avvalorare la teoria, ho anche dovuto pulire sentendomi una cretina.
Ma tanto è radicata questa mentalità, che non so se chiamare maschilista o solo una consuetudine, un costume ( un mal costume però ) che mi ci trovo tritata dentro ora che mia figlia, giovane donna si trova ad affrontare sangue e ormoni una volta al mese.
Spesso di fronte a sue reazioni esagerate, a risposte acide e alla sue spalle che si girano di scatto per andare via da me, mi ritrovo a pensare:” Ma le devono venire?” per odiarmi un attimo dopo per aver anche solo formulato il pensiero.
E no amore mio, da me no, non è giusto, perché se cade l’ultimo baluardo della solidarietà femminile la strada rimane tutta in salita.
Per anni ho dovuto combattere con la mia Tata, presenza storica nella nostra casa tanto da detenere il bastone del comando quasi più di mia madre.
Hai le mestruazioni? Niente doccia, fa male.
Allora mi lavo i capelli nella vasca .
No si bloccano ugualmente.
Non parliamo del bagno in mare.
Non parliamo dell’assorbente interno che
A) lo mettono le donnacce
B) fa venire le infezioni.
Una lotta estenuante che ho vinto dopo anni e fazzoletti sudati.
La Tata ha gettato la spugna e io mi sono sentita forte, appartenente ad una nuova generazione di donne che avrebbero spaccato il mondo, con o senza il ciclo.
Rifiuto anche solo di aver pensato che tu sia nervosa per ” quei giorni”, come li chiamano nella pubblicità quando le trasformano in flussi blu e riprendo in mano la mia battaglia più forte e convinta che mai.
Ma, avvicina l’orecchio figlia mia, non voglio che tuo padre senta.
A quasi cinquant’anni ho preso coscienza che il primo giorno passa ma il secondo in effetti un po’ incattivita la sono (e la nutella credi aiuta!)
Ho scoperto che se saltano (e alla mia età succede) comincio a sentire un disagio all’addome che mi rende suscettibile perché non sto bene col mio corpo.
Ho scoperto anche che la lotta di classe è finita e che con gli assorbenti esterni si sta comodissime ( ma che ne vuoi sapere tu dei materassi che mi proponeva il mercato negli anni 80!)
Ho scoperto che se faccio il bagno d’estate in effetti si bloccano e per un giorno intero mi tengo il mal di pancia.
Ma tu zitta.
Non dire niente a nessuno
E al primo uomo che da qui in avanti ti dovesse dire la fatidica frase, sentiti libera, quasi obbligata, a lanciare piatti, telecomandi, cellulari.
Gira le spalle come fai con me e cambia strada.
Che anche se la verità sta nel mezzo è meglio che loro non la sappiano.
Irene Renei
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