Incantesimi d’amore
Ieri ho fatto un dolce.
Aspettavo due ragazzi che non vedevo da tanto tempo e ho messo in quel dolce tutte le giornate mancanti, i dissapori con uno di loro che mi ha vista sorridere e puntargli il dito contro anni dopo senza esitare.
Ho messo un bentornato dal primo imbarco all’altro.
Come una strega china sul pentolone che ribolle, con la mente impegnata in quei pensieri, formula magica per ospiti desiderati, ho inventato una ricetta irripetibile, uova, ricotta, yogurt, gocce di cioccolata, senza pesare niente, senza misurare, mescolando farina e battiti di ciglia, accoglienza e sentimenti bambini di quando inizia un gioco.
Ho chiuso tutto nel forno caldo e ho aspettato, dimenticandomi di lui, del campanello che richiamasse la mia attenzione, dei minuti che correvano, finché passando dalla cucina il profumo mi ha chiamato.
Ho aperto piano per far uscire il calore e ho tirato fuori il dolce più bello di sempre.
L’ho appoggiato sul piatto e tagliato a quadratini.
Le mani dei ragazzi hanno iniziato a bucare quel puzzle imbiancato dallo zucchero a velo e poi ancora e ancora fino a lasciare solo briciole e una via lattea di zucchero sul pavimento.
“Mamma hai fatto il dolce più buono della tua vita!”
E non saprò rifarlo mai, ho pensato io sorridendo.
Li ho salutati e sono sparita al piano di sopra, stanca strega appagata, bisognosa di appoggiare la schiena dopo tanta magia.
Ricordo solo nel cuore della notte le braccia di mio marito che mi hanno stretto, di ritorno dal lavoro e un attimo dopo ,alle cinque la sveglia per ripartire.
Scesi in cucina ho iniziato a raccontare, piena d’orgoglio, del dolce più buono di sempre che mai più sarà possibile fare e lui ha guardato il vassoio vuoto, trofeo rimasto sul tavolo, con gli occhi di chi non avrebbe mai saputo di cosa si stesse parlando.
Solo allora ho sollevato un tovagliolo giallo appoggiato al bancone e sotto, due quadratini perfetti, bianchi e profumati gli hanno danno il buongiorno.
“Me lo hai lasciato?”
“Li ho tolti prima di metterlo in tavola”
E lui dà un morso e sorride e io non so se per il dolce più buono di sempre o per quei quadratini nascosti tra i tovaglioli gialli, che sono un ti amo, un ti penso anche se non ci sei, un abbraccio di lievito e burro che non potevo fargli mancare.
Ora davvero non c’è più una briciola del dolce più buono di sempre.
Rimarrà nella memoria storica della famiglia , nella tradizione orale.
Quella volta che la mamma, la notte del 25 Aprile ha inventato un dolce buonissimo per salutare gli amici e non ha saputo farlo mai più.
Perché a volte, gli incantesimi d’ amore devono rimanere unici.
Irene Renei