Bilanci
Sei in debito con me vita.
Questo pensavo a trentacinque anni, quando il mio matrimonio è finito, quando abbracciando un figlio di sette anni e una figlia di tre mi sono accorta che in quella baraonda, per loro resistevo ma esistevo anch’io.
Mi devi molto vita.
Hai dato alla madre ma devi alla donna che ho scoperto di essere.
Voglio un amore grande.
Non da sogno, perché non voglio sognare, voglio vivere.
Voglio un uomo a cui dare la mano nei nodi della della vita, oggi tiro io, domani tiri tu.
Voglio un uomo che mi faccia svegliare con la voglia di vivere e non di sopravvivere, con cui giocare, con cui sperimentare, con cui fare l’amore per passargli me stessa, per unirmi alla parte di me che vedo riflessa nei suoi occhi.
E la vita, pronta ha risposto e mi ha messo davanti lui: un uomo troppo.
Troppo intelligente, troppo bello, troppo giovane, troppo libero, vicino a me: troppo rigida, troppo perfezionista, troppo immersa in un mondo di regole che nulla avevano a che fare con lui.
Il nostro amore aveva la potenzialità di bomba atomica, tutto troppo, anche troppo nel bello che c’era.
Siamo implosi ed esplosi e ci siamo mischiati in un miscela di uno e dell’altro.
Lui un po’ più me, io un po’ più lui.
Fusi in maniera irreversibile in un amore che cresce come schiuma di onde che mai smettono di infrangersi a riva.
E nei miei quarantotto anni sono in debito con te vita.
Mi hai dato troppo.
Forse per questo a volte mi fermo, lo sguardo al mare e penso cosa farei senza di lui
Se questa immensa storia d’amore finisse così, con un’esplosione uguale all’inizio.
E mi vedo ferma, senza più richieste né pretese.
Mi vedo incapace di mostrarmi a un altro uomo nel nudo della mia anima, nelle mille imperfezioni del mio corpo invecchiato.
E se tu vita mi togli io sto.
Sto da sola con una donna che ora conosco bene, che sa chi è e quello che vuole, che non ha bisogno di un uomo qualunque accanto per sentirsi una donna completa, per sentirsi addosso la voglia di costruire ancora e ancora.
Vivo di me, del mio essere madre, di una vita piena di interessi, del mio scrivere, delle mamme, della casa famiglia, dei miei genitori bambini a cui dovrò tenere la mano.
Vivo nella consapevolezza di un valore mio, di un motore che ha una sola chiave d’accensione, ma una volta acceso non si spegne più.
Il conto è chiuso e il saldo è a zero.
O con lui fino alla fine o con nessuno.
A mio marito, insostituibile forza della natura.
Ai libri contabili dei miei bilanci, alla donna che sono e che amo, nelle sue infinite imperfezioni.