Silvia
Testo di @Irene Renei
“I vostri figli non sono figli vostri, sono figli della forza stessa della vita”
Cosi Khalil Gibran scrive nelle righe del Profeta.
Mia figlia è sedicenne ,ribelle, appassionata.
Mia figlia sarà donna e sarà la donna che vorrà essere.
Moglie ,single, lesbica, suora, madre, non madre, impiegata, artista di strada
Io non ho diritti sulla sua vita.
Non ho proprietà.
Le ho fatto un dono, le ho dato una possibilità. Le ho trasmesso ciò che credo giusto e ciò che credo sbagliato.
Ma il dono più grande che posso farle è la libertà.
Libertà di essere ciò che la rende felice .
Mia figlia è tornata ieri,
fasciata da un vestito islamico verde.
Non l’ho nemmeno visto.
Ho cercato i suoi occhi e ho trovato il suo sorriso,bello come lo ricordavo, appassionato come la decisione che l’ha portata a Chackama ,in Kenia, ad aiutare bambini che muoiono per una semplice diarrea.
Forse è incinta.
Sicuramente è viva.
Questa è l’unica cosa che conta.
Non mi interessa se la sera prima di dormire dirà un Ave Maria o se alle cinque del pomeriggio si metterà in ginocchio cercando il punto cardinale in direzione della Mecca.
Mia figlia è viva ed è questo quello che conta.
Mia figlia è libera, libera dai vostri pregiudizi che la volevano magra, patita, violentata, piena di odio verso i musulmani.
Mia figlia ha vinto, ha vinto la prigionia, ha vinto il vostro di odio, ha vinto sulle vostre parole bigotte e vuote.
Mia figlia ama.
Ama la sua vita ,ama ciò che faceva e probabilmente tornerà a finire ciò che aveva iniziato.
Mia figlia è forte.
Più forte delle vostre paure, delle vostre piccole menti che più non vorrebbero vedere se non i confini di un paesello sicuro.
Mia figlia è la figlia di Paola e Claudio Regeni che avrebbero pregato qualunque dio per poterlo stringere di nuovo sorridente tra le braccia.
Che mi importa delle scelte che ha fatto ,delle scelte che fara’.
Vedo madri mettersi il vestito migliore ,farsi frugare ovunque da mani sconosciute per andare il mercoledì in carcere a trovare i propri figli,perché l’amore per un figlio non si decide a tavolino .Nasce con lui e continua a prescindere,anche quando a volte non vorremmo,perché l’amore ci rende vulnerabili al dolore.
Io la amo questa figlia dell’Italia che è tornata nuova e bella e luminosa tra le braccia della sua famiglia.
Io non credo che la mia vita sarà segnata da quei soldi, che ora tutti rimpiangete, di un riscatto dovuto per la sua vita.
Poteva essere la mia di figlia, la vostra.
Ed ora è casa ,finché avrà bisogno, finché lo riterrà giusto.
“Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono scoccati come frecce viventi.
L’arciere scruta il bersaglio sul sentiero dell’infinito e con la sua forza vi piega e vi tende affinché le sue frecce vadano veloci e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’arciere.
Poiché come ama la freccia che scocca, così egli ama l’arco che rimane saldo “
@Irene Renei