Le mie tette
“Certo che lei è proprio una bella donna! “
“Si è bella,mi è sempre piaciuta”
“L’unica cosa,a voler cercare il pelo nell’uovo le cambierei la bocca:le da’ un espressione arcigna…”
“Si è vero anche questo..e poi quel rossetto perenne…”
Penso…
“Io non so cosa cambierei in me…non mi sono mai piaciuta…ecco,tu di me cosa cambieresti amore?”
“Io ti cambierei il marito…è l’unica cosa di brutto che hai!”
Ridiamo …
“Ok,ti amo. Però davvero, giuro che non ti uccido,cosa cambieresti?”
Lui pensa…non vorrei essere nei suoi panni…so che un altro uomo vorrebbe scappare,sparire,pregherebbe un cataclisma improvviso…lui no,è schietto, tanto sincero da dar fastidio…
“Le tette…se dovessi cambiare qualcosa rivorrei le tette delle foto dei tuoi vent’anni. Quella bella terza abbondante e soda..”ride…
Rido anch’io e rido davvero. Ora. A quarantotto anni, con una coscienza di me che non avevo vent’anni fa.
Le tette…bel capitolo che hai aperto…lungo…doloroso…complesso.
Forse solo ora sono in grado di metterci la firma in calce a quel capitolo e chiuderlo bene.
Ricordo ancora i primi reggiseni, triangolari,morbidi,con la fragola come simbolo. Dio che conquista…e quel gonfiore nell’areola che era una promessa di crescita .
Poi sono cresciute davvero e cavolo come mi sentivo donna!
E ora che reggiseni potevo portarne mille ,quanto era figo uscire senza.
Una maglietta bianca, un pantaloncino ed ero pronta.
Poi la prima pillola e la mia terza ancora si gonfia .
Mi misuro col centimetro da sarta: 90 ,58, 90.
Cavolo,le misure perfette. Sono perfetta! No faccio schifo ma le misure vanno bene, così devono essere.
Ho diciannove anni.
Se passo per la strada sento sempre gli occhi addosso. Mi sento sempre troppo appariscente, colpa di quelle tette in quel corpicino esile e del biondo chiaro dei miei capelli lunghi.
Poi cresco e cresce la pancia e arriva Matteo, e arriva il latte, e arrivano due palloni da calcio dentro a reggiseni con la coppa salvagoccia.
Arriva la sua bocca che stringe il capezzolo ,il dolore,il sangue, le ragadi,la mastite.
Arriva lui che non ciuccia bene,il latte che si ingorga, le tette sotto al rubinetto dell’acqua tiepida ,io che le massaggio per alleviare il dolore.
Poi lui capisce come si fa,si attacca bene,il dolore passa,arriva l’amore.
Arrivano i suoi occhi che quando mi alzo la maglia si illuminano come se vedessero la cosa più bella del mondo.
Forse per lui sono, la cosa più bella del mondo.
Lui ciuccia, occhi negli occhi con me .Parliamo con gli occhi. Ci amiamo con gli occhi e con la sua bocca che si riempie di latte che esce dagli angoli.
Ci amiamo di un amore che cresce con lui,che dura un anno ,due anni,tre anni.
Io sono il suo nutrimento,il suo ciuccio,la sua consolazione ,la sua certezza.
Sempre con le tette fuori,in ogni angolo, sulla spiaggia, nell’ufficio ,in casa.
Io sono sua .Sono mamma,non sono più moglie,non ho più una vita sessuale e quando ce l’ho ,guai a toccarmi le tette.
Sono sue,sono mie,di sicuro non sono più tue,non provo piacere se mi tocchi .Non so se è normale..poco mi interessa.
Poi arriva il giorno in cui devo,devo staccarlo perché sono sfinita,metto i cerotti, lui si dispera,io mi dispero.
I mesi portano consiglio,notti migliori,lui nel lettino..e arriva Marta..tutto ricomincia,tette enormi ,occhi languidi, sorrisi col capezzolo che spruzza latte sul suo musino,Matteo che mi chiede quando verranno a prenderla…perché tra un po’ se ne va vero mamma?
E no amore mio,lei resta qui e ciuccia ,ciuccia un anno solo però perché la mamma sta male e i medici la obbligano a curarsi.
Il latte va via.
Era l’ultimo giro di giostra .
E mi ritrovo davanti allo specchio, secca in 46 chili ,i miei trentadue anni e due pezzi di pelle vuota, piccoli e cadenti,senza forza,sfiniti,a faccia in giù.
Neanche i push up pusciappano qualcosa.
Che schifo,non mi posso guardare e non mi voglio far guardare.
Nemmeno da chi mi ha messo la fede al dito.
E infatti quella fede ce la togliamo.
E passano gli anni e arrivi tu .
E io non lo cercavo un uomo e poi non tu,così bello e più giovane di me .
Io non me lo tolgo il reggiseno, nemmeno se facciamo l’amore.
Lo facciamo così, al buio,mezza vestita.
Perché come te lo spiego io che questo schifo che vedi è il ricordo della cosa più bella che ho provato in vita mia?!
Come te la spiego la sensazione di essere cibo per i miei figli, di essere io vita per loro e loro vita per me?
Penso solo che mi guarderai e te ne andrai via.
Invece tu non te ne vai e quel reggiseno lo fai scivolare via facendomi sentire la donna più bella del mondo.
“Fammi vedere,di che ti vergogni?di essere madre?di essere quello che mi ha fatto innamorare di te?”
E guardarmi attraverso i tuoi occhi è stata la miglior chirurgia estetica che potessi desiderare.
E il tempo ha fatto il resto .
I chili sono un po’ di più, quelle dannate tette hanno ripreso forma, almeno un pochino migliore.
Matteo passa e me le strizza stringendo i denti…(“mmhh che mollume ”
“È merito tuo cretino. Hai vent’anni e mi strizzi ancora le tette..”)
E tu ora,dopo undici anni,mi dici che le cambieresti..povero amore mio,io ti capisco,ti sei preso il peggio .
Ma io passo,come nella più importante partita a poker della mia vita.
Passo e non sto bluffando.
Sto bene così.
Con la mia terza morbida, malleabile,ricca di storia,di amore di vita.
Ricca dell’amore più grande che potevo provare a dare e ricevere.
Io a questo giro sto.
E stai anche tu.
Cambiamo la tua macchina che quest’anno ci sono gli incentivi!