Il galateo dei social
Forchetta a sinistra, coltello a destra del piatto. L’uomo apre la porta e fa entrare la donna. E istruzioni per il televisore, per il pc, per il Bimby che tutto cucina. Ma il libretto di istruzioni per i social? Perché non sarebbe male ci fosse un bel libretto da tenersi e a cui attenersi, in caso di dubbio. Sempre ammesso che a qualcuno il dubbio venga. Invece no. Tutto concesso. E non venitemi a dire che fb le regole le ha. Perché se mi censuri il nudo di una statua greca o una madre che allatta ma mi passi pagine di biancheria per bambine a chiaro sfondo sessuale tu di regole non ne hai. Ma qui il discorso si fa serio e complesso, lo lascio ad altri, più titolati e competenti. Io parlo proprio delle regole base. Intanto il tu. Lo so è una mania, una mia mania da vecchia. Ma in questo bosco di amici non tutti sono proprio amici veri. E allora il lei io lo trovo educato ,soprattutto se mi rivolgo ad una persona più grande di me. Giammai! Che il tuo interlocutore già si sente attaccato. Presuntuosa che vuoi mettere distanze. E allora, del tu a tutti: al politico, al professore in anatomia, al premio nobel per la letteratura, al vicino di casa. Un condominio ad un piano solo. Una comune praticamente. A tutti del tu e tutti amici ma… Ma se leggo un post che affronta un tema nelle sue cento sfumature io mi sento autorizzato a prenderne una parola e farne il tema centrale. Una sorta di sineddoche mal spiegata sui banchi di scuola per attaccarti come un soldato al fronte. Ti do del tu e ti uccido. Con la mia sineddoche personale. Se ribatti con educazione ad una palese provocazione: sei un’ intellettuale smorfiosa, mi inchino alla tua intelligenza. Se rispondi a tono ad una palese stupidaggine : ma chi ti credi di essere, hai una pagina da due giorni su Facebook e ti credi Jane Austin!” Insomma ma dov’è la misura? Sarte dei Social dateci un segno! Perché dietro a uno schermo diamo vita a ciò che nella vita non abbiamo il coraggio di fare.A mostri inespressi che forse sarebbe meglio non si esprimessero mai. Qui vale tutto e il contrario di tutto. Metti una foto scattata da tua nipote mentre siete sedute al tavolo di cucina: “Ma come invecchi male!” …non detto a me eh, che avrebbero anche ragione…ma a Julia Roberts… Ma davanti al red Carpet, dove lei sfila e noi chiediamo autografi avete mai visto qualcuno avvicinarsi per dire ad un attore “Mamma mia quanto sei brutto!” C’è una frase che ripeto ai miei figli da quando sono piccoli ” Se devi aprire bocca per ferire qualcuno conta fino a dieci e poi stai zitto! “E diceva a me mia madre” A volte la forma è sostanza!” E io credo che sia fortemente vero. C’è modo e modo per far valere la propria opinione e il modo che scegli qualifica te, la vera essenza di te. Io non ho la verità in tasca, né regole giuste da dare. Ma so per certo che se esco con un maglione che lascia una spalla scoperta nessun uomo mi ferma per dirmi che sono una bomba. Se metto lo stesso maglione in una foto su i social, la bomba me la tiro addosso. (questo per sentito dire …io ovvio al problema non mettendo foto!) Allora comincio a pensare e l’unica soluzione che trovo a caldo è questa. Facciamoci due domande prima di scrivere, di rispondere, prima di presumere di aver capito, prima di saltare a pie’ pari la linea del rispetto e della giusta forma del confronto.Pensiamo di averla davanti, a sostenere il nostro sguardo quella persona. Che poi lo so già, che di tutto quello che ho detto qualcuno si attaccherà alla prima frase “L’uomo apre la porta ….” E mi attribuirà vedute antiche, e i tempi sono cambiati, c’è la parità dei sessi e ancora e ancora e ancora. E allora rispondo già qui: era solo un esempio perché ancora sto aspettando il libretto di istruzioni.