Vivo di pancia
Vivo di pancia e sbaglio sempre. Mangio la cioccolata calda , non resisto, ci inzuppo i biscotti. All’ultimo sorso preparo le lacrime perché, porca miseria, adesso ingrasso. Vado in ansia per ogni bimbo che cammina a più di dieci metri dal genitore, per ogni cane che scorazza senza guinzaglio.”Un giorno ci arresteranno perché prenderai il figlio di qualcuno -dice mio marito -perché per te sono tutti abbandonati o persi.”Cerco di individuare il genitore mancante, cerco un signore con un guinzaglio in mano, appaio tutti come nel “Memory”dei bambini. Ok ,tutto a posto ,possiamo andare.Bacio i miei figli e intanto ne approfitto per attivare il “termometro labbra”,che un controllino non fa mai male. Vivo nell’ansia perenne di dover controllare tutto,perché tutto funzioni ,perché è compito mio. E intanto non funziona niente.Lascio le luci accese quando esco,dimentico la spazzatura da buttare,spaio i calzini in lavatrice (nessuno mi crede quando dico che è la lavatrice che li spaia!) Sgrido i ragazzi e tengo il muso …ma se devo uscire torno sui miei passi, li bacio ,sorrido , “ti amo!”…che non si sa mai mi succeda qualcosa per strada e a loro rimanga il rimorso che ero arrabbiata.Tengo i miei segreti solo per le persone di cui mi fido. Mi fido di tutti, mi fido a sproposito la maggior parte delle volte. Mi ripeto che gli amici veri si contano sulle dita di una mano. Fino alla prossima volta, poi mi fido di nuovo di tutti.Entro in un negozio per comprare una maglietta. Esco con un pantalone e un giubbottino di pelle. Ho speso di più e sono sempre senza maglietta.Arrivo a casa e mi fai arrabbiare, ma giuro di mantenere la calma stavolta. Dopo cinque minuti grido ,non ti sto neanche a sentire .E non voglio più fare niente oggi.Disdico la cena, non mi preparo, ti tengo il muso. Dopo un’ora mi è passato tutto, sono pentita di non uscire più e anche di aver urlato ; in fondo non era importante, non così tanto, forse quasi niente. Vivo di pancia e gioisco per poco: per la mimosa che mi porti a febbraio, per Rio che mi lecca appena apro gli occhi facendomi sentire la mamma meno imperfetta del mondo, per il sole che mi asciuga i panni,per il profumo del libro che ho appena comprato, perché i ragazzi ,tra un rap e una parolaccia recitano “A Zacinto “facendo a gara a chi la ricorda meglio, per quella ruga che col fondotinta sparisce e solo io e te sappiamo che c’è. Vivo di pancia e invidio chi riesce a razionalizzare, chi conta fino a dieci prima di parlare, chi tiene la “prima nota “anche in casa e fa tornare i conti a fine mese,chi esce di casa alle otto di mattina avendo già apparecchiato e preparato il pranzo.Vivo di pancia e sbaglio,ma di pancia ,adesso,mi perdono.Mi perdono le chiavi che non sono in borsa,le mani sporche quando le infilo nella borsetta dei trucchi dove un ombretto è sempre rotto, mi perdono la mensa della scuola pagata due volte perché ho perso la ricevuta, mi perdono il caffè amaro perché sono 3 giorni che scrivo sulla lavagna in cucina “ZUCCHERO” e torno a casa senza. Mi perdono perché ci provo,perché mi affanno, perché amo, perché ce la metto tutta ,perché mi prendo in giro, perché sono sicura che chi mi ama può amarmi così: imperfetta , sempre in ritardo, senza gli spiccioli per il parcheggio ma con tanta voglia di provarci ancora. Testo di Irene Renei