Mamma
Stasera scrivo facile.
Scrivo di madri.
Scrivo della mia .
E potrei scrivere un libro.
Non basterebbe, dovrei trovare parole, musica, arti non ancora inventate.
Mia madre che passa attraverso le tempeste ,sparisce tra le onde e ne esce fuori in abito da sera e con borsa abbinata alle scarpe.
Mia madre che si tira su le maniche e pulisce i vetri,che organizza feste in abito lungo e poi incrocia le gambe sul divano e mangia focaccia e mortadella .
Mia madre giovane, ricca ,che si inventa un divorzio per uscire da un incubo,che sfida la Chiesa ,lo Stato ,la gente ,sua madre per ritrovare la sua libertà .
Mia madre che prega ,che crede ,che non può fare la comunione e piange nel cuore ,spalle dritte e sguardo fiero in prima fila in Chiesa .
Mia madre che si trucca prima di entrare in ospedale piegata dai dolori di una peritonite .
Mia madre che guida macchine da rally,che fa il navigatore:casco ,cinture di sicurezza e note in mano.
Mia madre che lavora tutto il giorno,che ci mette a letto in tre, che mi riempie di baci, che mi fa posto, tra un lampo e un tuono, nel lettone.
Mia madre che urla ,che urlo di più, che sbatto la porta ,che dice di no,che io cresco e ancora non ho capito niente.
Chi sia mia madre, cosa sia una madre l’ho capito dopo , tolto il cappotto dell’adolescenza e rimasta nuda davanti al mio primo figlio .
Ho capito cosa c’era dentro un bacio, dentro ad un termometro che segna la febbre,dentro l’orologio che non scorre al lavoro e tu che vuoi tornare a casa e sentire l’odore dei tuoi figli.
Ho capito cos’è una madre un anno fa ,quando il covid non c’era ancora o forse si ma senza nome.
L’ho capito quando tra le coperte la sua fronte bruciava e i suoi occhi non stavano aperti.
“Mangia mamma,ti prego,un cucchiaio”.
E sentivo una voce ,una voce bambina ,la mia che nel cuore batteva, nei polmoni affannava ,nella testa martellava “No,non sono pronta!”
E lei l’ha sentita quella voce e la febbre se l’ è fatta passare,la polmonite l’ha fatta sparire e si è alzata ,lavata,truccata, e si è seduta a tavola a mangiare.
Ho capito cos’era mia madre quando non potevo abbracciarla a Marzo e Aprile ma lei mi videochiamava “Solo la fronte ti vedo mamma” ,quaranta giorni di fronte,di amata,bellissima fronte…e lei che rideva.
Cos’è mia madre l’ho capito oggi .
“Andiamo a frugare nell’armadio della nonna…vorrei due maglioncini “
E la madre,la nonna mette la mascherina e ci fa entrare,apre l’armadio ,mostra capi presentandoli a Marta un pezzo alla volta con fare da vendeuse di Via Montenapoleone.
Poi tira fuori una camicia di chiffon bianca a pois neri :” Bella questa! “Dico io
“Eh no eh..questa è per il mio funerale ! Con questi pantaloni neri e questa giacchina sciancrata”
Rido con lei,non lasciamo niente al caso mamma neanche l’outfit dell’ultimo giorno .
Ride Marta,tre generazioni di donne .
Lei prende ancora un cofanetto, tira fuori una pietra azzurra,un’acqua marina stupenda.
“Questa è tua Marta, quando vorrai,la darò alla mamma e ti fai fare un anello.
Ma è tua ,non della mamma “
Grand mere dicono i francesi per dire nonna.
Mi piace questa parola :grande madre.
Grandi spalle,grandi conoscenze,grande ironia.
Grande madre,ognuno la sua .
La prima parola e l’ultima della vita si dice.
E più passano gli anni più capisco il perché.
Che io possa essere per Marta almeno un quarto di quello che sei tu per me.
Screenshot originale di chat : 80 anni e non sentirli!